A Benvegnuda Pincinella, strìa di Nave

Anni cupi, quelli vissuti da Benvegnuda Pincinella! Lutero, al nord, ha appena sferrato l’ennesimo colpo all’unità della Chiesa di Roma, e l’inquisizione cattolica ha avuto una recrudescenza. Anche Brescia non ne è immune, infatti pochi giorni prima dell’esecuzione di Pincinella, in Valcamonica vengono mandate al rogo ben otto donne accusate di partecipare al Sabba, al passo del Tonale, in presenza del demonio.

Lo spettacolo vuole dar voce a questa donna straordinaria, profonda conoscitrice delle virtutes herbarum, e, come tale, punto di riferimento per la collettività: l’attività di guaritrice di Pincinella gode infatti di una certa fortuna sia tra il popolo sia tra i ceti più elevati, ma non certo presso la Chiesa per la quale aveva tutte le caratteristiche di una strega.

Pincinella viene processata una prima volta nel 1509, tuttavia, contravvenendo al decreto restrittivo, continua ad esercitare e si reca anche in Trentino per curare un infermo. Nel 1518, così, su delazione di un compaesano, l’Inquisizione comincia a raccogliere prove contro la presunta stria, che viene in breve tempo arrestata, torturata e condannata al rogo con l’accusa di stregoneria.

Conosciamo la storia di Benvegnuda Pincinella dagli atti processuali, che costituiscono l’ossatura dello spettacolo.

Ne vengono letti stralci (a cura di Giuseppina Turra), alternati ad interventi musicali (al liuto rinascimentale Anna Compagnoni, musiche del liutista bresciano Vincenzo Capirola, del quale ricorrono proprio quest’anno 550 anni dalla nascita).

Introduzione allo spettacolo a cura di Annalisa Voltolini.

Organizzazione a cura di Associazione Culturale Celacanto APS e Amici della Cascina Riscatto ODV, con il sostegno di Fondazione della Comunità Bresciana.